Riprendiamoci il palazzo Galletti

Il palazzo della famiglia Galletti è lì,triste, sconsolato,deluso dai cittadini che ha visto crescere

e che adesso si sono dimenticati di lui. Come di tutte le cose vecchie,come le sedie sgangherate da buttare la notte del Capodanno.

La stessa fine che hanno fatto fare al palazzo sottostante,che reggeva la seconda loggetta,quella dove facevano sparire le carte da gioco e i soldi i personaggi più in vista del paese, amanti dell’azzardo e del rischio.

E così,quando arrivavano i carabinieri non trovavano nulla,tutto a posto, tutti gran signori.

Questi oggi porterebbero cognomi…imbarazzanti.

E anche ad essi guardano i fantasmi del palazzo,così come agli altri che si sono succeduti nella amministrazione del paese,con le lacrime agli occhi. Già piangono le rovine della casa della baronessa Baglio,le sterpaglie della zona di Vassallaggi,la scomparsa dell’abbeveratoio,del vecchio municipio, di tutto quanto sta nella storia di San Cataldo.

E loro,caratteracci toscani, abituati a tenere tutto così come era, magari un po’ storto, ma intatto ( come la torre della loro Pisa ), piangono la misera di un popolo che a tutti i costi vuole rinunciare alla sua storia,almeno a quella che si può leggere nei suoi palazzi antichi.

E ancora oggi ci guardano,con gli occhi lucidi e arrossati.

Con il caldo che fa non riescono a capacitarsi come possiamo rinunciare a prendere un po’ di fresco nel giardino,fresco e aggrovigliato nelle erbacce,magari leggendo un libro di uno dei tanti scrittori di questa terra,che sa partorire lingue biforcute e scultori di parole aguzze.

Riprendiamoci il palazzo Galletti,perchè San Cataldo non rinunci a un altro pezzo della sua vita