L’ultima amante di Hachiko   (1994 )

di Banana Yoshimoto

 

Un romanzo che racconta una splendida giornata d’amore? Una passione a tempo determinato, a perdita certa?

Forse una lettura superficiale potrebbe indurre a pensarlo, o forse il bisogno di piangere di quella grande platea che ritiene come sul palco l’amore possa rappresentarsi unicamente così.

A me, invece, ha fatto ripensare alla lettura della Montagna dell’anima, di Xingjian Gao. Sì, a quel grande legame con la terra natìa, alle cui radici pervicacemente continuiamo a succhiare l’energia per rimanere vitali, per fare nascere un germoglio, domani.

È un gancio metallico, ma non si vede, sa essere esoterico; qualcuno lo ha visto annidarsi all’interno dell’Es freudiano, altri nel bosone di Higgs. Eppure la sua immagine, perfetta per antonomasia, galleggia trasognante nel buio mare dell’animo. E come per incanto, ti detta una direzione: devi tornare là, a costo di rinunziare a tanto, quasi a tutto.

Ti aiutano a questo fallace sacrificio i continui dialoghi con l’aldilà , con il sovrannaturale, e la grande necessità dell’ascesi, lo specchiarsi nelle acque ialine, dove nuotano i lievi movimenti dell’animo.

I passionari, invece, più umani, non disposti ai voli pindarici, con la teda in mano cercano unicamente la fuga dalle restrittive regole religiose, la liberazione dalla prigionia terrena, ancora incatenati dalla malinconia, forse al dolore.

A loro occorre un romanzo di formazione, quale questo è in molti frangenti. Loro hanno ancora necessità di scoprire molti dettami pedagogici e filosofici e Yoshimoto ha quasi piacere nel dettarglieli.

La scrittura è leggera, non da romanzo russo né da novella pirandelliana.

Ma se hai necessità di rinfocolare i carboni più o meno ardenti della passione, beh, allora è il caso che tu legga la storia di Mao, una storia che la Yoshimoto ha scritto quasi divertendosi.

Non l’ho capita?

Può darsi, ma per darti testimonianza della lettura ricorderò una delle sue frasi:

quando si odia qualcuno bisognerebbe stargli talmente alla larga da arrivare ad amarlo.

Gianfranco Cammarata